venerdì 16 novembre 2007

Il perchè di tale superstizione


La superstizione legata ai gatti neri nasce nel Medioevo, periodo storico generalmente poco favorevole ai felini, che, anche su indicazione della Chiesa, venivano associati al diavolo e ritenuti compagni delle streghe perché, come loro, uscivano di notte. Proprio per questa abitudine il gatto nero era considerato particolarmente infausto. Quando, praticamente invisibile nelle strade buie dell’epoca, tagliava la strada a un cavaliere, il cavallo spesso si imbizzarriva e lo disarcionava.

Fra il 1000 e il 1700 milioni di gatti, di ogni colore, vennero uccisi in nome della loro presunta affinità con il Maligno. Secondo alcuni studiosi questo massacro, permettendo il moltiplicarsi dei topi, avrebbe favorito il dilagare delle epidemie di peste.

In altre culture,invece, come quella egiziana e quella greca, dove i felini erano venerati appunto per la loro capacità di liberare le case dai topi, il gatto nero era considerato simbolo di perfezione e, ancora oggi, in Francia e in Inghilterra un ciondolo che rappresenta un gatto nero è considerato un portafortuna ed è di buon auspicio tenerne uno in casa. Ancora oggi nello Yorkshire è tradizione che, se un gatto nero entra di buon mattina in camera da letto, la giornata sarà fortunata. Per le ragazze vederne uno è segno di fortuna in amore.
Infine, una curiosità: i gatti neri sono geneticamente molto robusti ed è stato rilevato che, oltre la metà dei gatti randagi presenti nelle città è di colore nero.

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