giovedì 17 gennaio 2008

Creature fatate


Fate dell'acqua
Sirene nell'antichita'
Sirene nel mondo
Sirene Zoologia e mito sino ad oggi
Sirene il canto

Ricettine

Ricetta fatata
La bevanda delle fate
Caffe' di agrifoglio
Torta tronchetto di Yule
Befanini o biscotti della Befana

Feste


Primo Novembre
Dies Natalis Solis Invicti
Capodanno: Cristianizzazione
Capodanno: Origini
Capodanno: Nel mondo
Dodekameron natalizio
Epifania: Origini
Epifania: Figura della befana
Epifania: Tradizione rurale italiana
Epifania: tradizione delle regioni

Sabba


Samhain
Yule

Etichette...


Da poco ho scoperto il magico mondo delle etichette per blog...E purtroppo non posso tornare indietro per "attaccarle" ai miei vari post!! E da qui l'idea....fare un post dove inserire (nella sezione apposita) i vari link dei post, in modo che sia piu' facile scorrere il blog, e chi e' interessato possa guardare solo un argomento.
Be' probabilmente non avrete capito niente di quello che ho scritto, era solo per farvi capire che i post seguenti saranno un riassunto, una sorta di memorandum per i vari argomenti! Almeno ci sara' un po' d'ordine con il passare del tempo...

Scusate....


Scusate la mia prolungata assenza, ma solo ora sono riuscita a trovare un computer con connessione ad internet... A casa la buona telecom ha deciso di staccarmi l'adsl e da una settimana dovrebbe essere ripristinata, ma siamo ancora in alto mare.... Nutro speranze in un prossimo capovolgimento di situazione!!!
Ma state sicuri, ho gia' pronti alcuni post per carnevale, ed e' in cantiere anche quello per il sabba...
Quindi...continuate a visitarmi!! Appena possibile tornero'!!!!!

mercoledì 9 gennaio 2008

Pablo Neruda : corpo di donna



Corpo di donna...

Corpo di donna, bianche colline, cosce bianche,
assomigli al mondo nel tuo gesto di abbandono.
Il mio corpo di rude contadino ti scava
e fa scaturire il figlio dal fondo della terra.

Fui solo come un tunnel. Da me fuggivano gli uccelli
e in me irrompeva la notte con la sua potente invasione.
Per sopravvivere a me stesso ti forgiai come un'arma,
come freccia al mio arco, come pietra per la mia fionda.

Ma viene l'ora della vendetta, e ti amo.
Corpo di pelle, di muschio, di latte avido e fermo.
Ah le coppe del seno! Ah gli occhi d'assenza!
Ah le rose del pube! Ah la tua voce lenta e triste!

Corpo della mia donna, resterò nella tua grazia.
Mia sete, mia ansia senza limite, mio cammino incerto!
Rivoli oscuri dove la sete eterna rimane,
e la fatica rimane, e il dolore infinito.

da Venti poesie d'amore e una canzone disperata

lunedì 7 gennaio 2008

I propositi per l'anno nuovo

Carissimi e fedelissimi lettori ( siete tanti vero? Io con lacrimuccia agli occhi ).
Sto scrivendo questo post alle 6.52 di Lunedì mattina. Ma vi pare un'ora da esseri umani? Ebbene si, io stoicamente prendo il treno per andare all'università alle 6.48, e oggi inizia nuovamente il supplizio...Tre settimane senza questi viaggi estenuanti sono troppe vero? Se no uno ci perde l'abitudine!
Comunque sia, da folle che sono, mi siete venuti in mente voi, ed eccomi a scrivere su un foglio di una agenda il mio post di oggi ( ma è ovvio, non appiccico il foglio allo schermo sperando riusciate a leggerlo... Lo ricopio, di oggi... ).
Leggendo il blog di Marilena, mi è venuto in mente che non ho mai parlato dei miei propositi per l'anno a venire. Lo so, da buona pagana avrei dovuti postarli a Samhain, ma non mi è proprio venuto in mente! Non abbiatemene se lo faccio solo ora! Comunque vi giuro che sono gli stessi propositi che mi sono "posta" il 31 ottobre, solo espressi un po' meglio che nella mia mente malata e confusionaria.
E ora...Rullo di tamburi.... Ecco a voi tutte le mie debolezze spiattellate! Però d'altronde si dice che chi le ammette è a buon punto...

  • Innanzitutto, imparare ad amarmi e ad apprezzarmi di più, perchè me lo merito. L'autostima è una cosa fondamentale per vivere bene ( quando è moderata è ovvio), e purtroppo per qualche strano motivo io non ne ho per niente.
  • Farmi più spesso i complimenti, perchè come dice Max Pezzali in una bella canzone " fatti dei complimenti, perchè sai quando te li meriti dai che lo sai, che lo sai.."
  • Non farmi abbattere e scoragiare dalle difficoltà della vita.
  • Poter accettare ciò che non posso cambiare.
  • Ringraziare ed apprezzare ogni piccolo bel momento, non pensando al dopo.
  • Non ritenermi più inadeguata e non all'altezza per ogni cosa: anch'io mi merito la mia parte di gloria.
  • Non arrabbiarmi per le sciocchezze quando sono nervosa.
  • Apprezzare maggiormente gli sforzi del mio amore per farmi felice, anche se subito dopo fa un pasticcio.
  • Ricordarmi di prendere la camomilla tutte le sere per rilassarmi, e non innervosirmi se poi quella che ho comprato non è buona come la precedente.
  • Finire l'università, o per lo meno portarmi molto vicina all'obiettivo ( sigh...)
  • Portare a termine uno dei miei innumerevoli progetti in cantiere.
  • Essere più ottimista verso le cose che mi scoraggiano.
  • Favorirmi la fortuna, non ostacolarla.
  • Riuscire a celebrare un Sabba come si deve, magari in compagnia.
  • Se trovo il tempo anche per questo, imparare a nuotare ( ebbene si, sono specializzata nello stile a sasso, una di quelle rare persone che va a fondo anche se l'acqua ce la mette tutta per tenerla su..)
  • Essere meno timida, ed affrontare le persone e la vita a fronte alta.
  • Apprezzare una cosa anche se non è proprio esattamente come la volevo io ( ne sai qualcosa anche tu vero Susanna?)
  • Coccolare di più i miei Winnie the Pooh e tutti i miei pupazzi ( no, quello lo faccio già tanto....però mi sarebbe piaciuto!)
  • Non obbligare il mio ragazzo circa una volta al mese a guardare "Charlie e la fabbrica di cioccolato", quello del '72 ( Però mi piace tanto...)
  • Quindi...Riprendermi la mia vita.

Ecco...Be', la lista è un po' lunga credevo di cavarmela con meno... E quabti difetti ho! Ma sono umana e spero mi vogliate bene lo stesso....
Sapete cosa mi piace di questo mondo, del paganesimo? Che comunque tu sia, qualsiasi problema tu abbia sei accettato per quello che sei, non devi mai fingere di essere diverso per piacere a qualcuno.
Ed è questa la cosa più bella di tutte.


Per tutto ciò, per esserci sempre

Susanna, Cinzia GRAZIE

domenica 6 gennaio 2008

Befanini o biscotti della befana


Ed ecco a voi una bella ricettina per questa festa.... Dei bei biscottini per la Befana! Forse è un po' tardi per metterli nelle calze, però potete sempre farli per i vostri cari..E non è che un altro giorno sono meno buoni!!

Ingredienti (per 6 persone):

# Farina: gr. 500
# Zucchero: gr. 300
# Burro: gr. 150
# 4 uova
# Mezzo bicchiere di latte
# Una bustina di lievito
# Un bicchierino di rhum o anisetta
# Scorza d'arancia
# Anacini (confettini colorati)
# Poco sale

Preparazione


Fate un cratere con la farina e impastatela con il burro morbido, lo zucchero, 3 uova, un cucchiaino di scorza d'arancia o di limone grattata, il lievito, il liquore e un pizzico di sale. Bagnate con un po' di latte in modo da avere un composto liscio, lavorate velocemente, fatene una palla e lasciate riposare l'impasto per circa mezz'ora al fresco o in frigo. Stendete l'impasto con il matterello dandogli uno spessore di circa 4 millimetri. Tagliatelo quindi con le apposite forme a forma di trifogli, animali, cuori, stelle, etc...Imburrate una teglia e metteteci i befanini, spennellateli con l'uovo sbattuto e cospargeteli con i confettini colorati. Cuoceteli in forno caldo per circa 20 minuti, finchè non avranno assunto un bel colore tra il dorato e il nocciola.

venerdì 4 gennaio 2008

L'epifania: Tradizioni delle regioni


I RITI DELL'EPIFANIA
Anticamente la notte dell’Epifania era l’occasione per praticare tutta una serie di riti. Ancora oggi è diffusa l'usanza di “ardere la vecchia”: un enorme pupazzo, composto da legna, stracci e fascine, di forma umana, viene posto su di una pila di legna e dato alle fiamme.

La figura della “vecia” era anticamente una specie di capro espiatorio per esorcizzare tutto il male e per propiziarsi l’abbondanza e la fertilità dei campi. Con la distruzione della vecchio nell’immaginario popolare si intendeva rappresentare la fine di tutti i mali. La stessa cosa avviene la notte di Capodanno, quando si lanciano oggetti vecchi dalle finestre.

Nei piccoli centri della Toscana, Emilia Romagna, Ticino, la befana viene prima portata in giro su un carro e poi bruciata in piazza.
A Varallo Sesia è la Veggia Pasquetta (e “pasquetta” al posto di Epifania si usa anche a Genova, Legnano, Molise ecc. nel significato di “passaggio”) e la raffigurano come una orribile vecchia che tiene in braccio un neonato: lei sarà arsa sul rogo ma prima consegnerà il bimbo, simbolo della sua resurrezione.

In alcune località del Veneto e del Friuli si lanciano delle ruote di legno incendiate lungo i pendii dei monti; il rito viene detto “rito della stella”, perché anticamente le ruote rappresentavano la corsa del sole nel cielo.

Nel Veneto invece vi è la tradizione del Panevìn, una grande pira di legno che ha sulla sommità il fantoccio della Vecia.Si accendevano grandi fuochi, appiccati dai bambini più piccoli del paese, e tutti prendevano a danzare attorno al falò intonando un canto, “brusa la veda” (= la strega, la befana). Una volta appiccato il fuoco, mentre si mangia la pinza (dolce di fichi secchi e zucca) e si bevono ettolitri di vin brulé, guardando la direzione del fumo e delle faville si traggono “pronosteghi” per il raccolto futuro: se va a nord o est “tol su el saco e va a farina” (prendi il sacco e va a elemosinare), a ovest o sud “de polenta pien caliera” (la pentola sarà sempre piena di polenta), nettamente sud-ovest “tol su el caro e va al mulin”, (prendi il carro e va al mulino, il grano sarà abbondantissimo).

Nel Friuli, è uso anche correre per i campi lungo i filari delle viti con fasci di canne accese, gridando: “Pan e vin, pan e vin la grazia di Dio gioldarin” (che significa: godremo).

E dato che fertili e felici non dovevano essere solo i campi, nella 12^ notte molti erano gli antichi riti amorosi; in Toscana vigeva l’usanza dei “Befani”, fidanzati in prova, di solito scelti dalla sorte: in una focaccia veniva nascosta una fava secca (simbolo di fertilità), chi la trovava diventava Re o Regina della Fava e sceglieva il compagno/la compagna gettandogli la fava nel bicchiere.
Infine, le nubili molisane sapevano che quella notte avrebbero potuto sognare l’uomo della loro vita; perciò prima di addormentarsi recitavano “Pasqua Bbefania, Pasqua buffate, manneme ‘nzine (in sogno) quille ca Die m’è destinate”.


Nell'ambito della religiosità popolare, l’Epifania rievoca la venuta dei Magi, specialmente nell'Italia settentrionale con particolari espressioni nelle Tre Venezie. Nella settimana antecedente, solitamente di sera, una comitiva gira per le case del paese, preceduta da una persona che regge una pertica, su cui è appesa una stella di carta, contenente al centro un lumicino.
Tutta la compagnia canta in coro: “Dall'Oriente siam partiti con la guida d'una stella”.
Un'altro gruppo viene formato da tre bambini che, inginocchiandosi davanti alle porte delle case, incominciano: “Noi siamo i tre Re vegnudi tutti tre vegnudi dall'Oriente per adorar Gesù...” e continua, con diretto riferimento al presepe, “Cosa portasti in quel cestelo? Una fassa e un paniselo per fassare Gesù belo”.

Anche in Liguria la venuta dei Re Magi viene collegata al presepe: le famiglie compiono il tradizionale giro di Presepi dove i bambini recitano poesie per l’occasione.

In Piemonte, a Tortona, un grandioso corteo a carattere drammatico accompagnava i tre Re a cavallo.

A Milano, nel 1336, si solennizzò l'Epifania con un corteo dei Tre Re incoronati, preceduti da una stella d'oro e seguiti da paggi in costume: la processione dava luogo a vere e proprie scene, e si concludeva nella chiesa di S. Eustorgio, dov'era il presepe e il grande sarcofago che la tradizione vuole contenesse le reliquie dei Magi.
Ma le tradizioni popolari più tipiche, la Befana le offre come festa d'inizio anno. In alcune regioni, come la Romagna e il Veneto, viene chiamata “Pasquetta”, con allusione alla Pasqua come massima festa del nuovo ciclo annuale, di cui l'Epifania è la prima manifestazione.

Sempre per quando riguarda i riti d'inizio di un ciclo annuale, troviamo i prodigi e i presagi.
In Romagna, una leggenda dice che alla notte dell'Epifania, le mura diventino di ricotta; nelle Marche, nell'Abruzzo e in altre regioni si dice che le bestie acquistino la favella ma chi osasse ascoltarle e riferire morirebbe il giorno stesso; a Palermo, che i Rè Magi attraversassero l'isola e tacessero fiorire per incanto gli aranceti brulli per un nevicata.
In Calabria le ragazze, prima di addormentarsi la vigilia, recitano una canzoncina augurale: se sogneranno una chiesa parata a festa, o un giardino fiorito, sarà per loro un anno fortunato.
In Toscana i contadini infilano il capo sotto la cappa del camino; se riescono a scorgere tre stelle, sturano il vino buono perché è segno d'annata buona.

L'Epifania segna anche l'inizio del Carnevale: in Sicilia c’è il proverbio: “Per i Tre Re tutti olé”.
Soprattutto a Roma, in Piazza Navona, la Befana presenta le più caratteristiche espressioni del Folklore, anche a sfondo carnevalesco: con una gazzarra indiavolata di giovani, nella notte della vigilia, con fischietti e altri strumenti e con scherzi piuttosto arditi, ammessi soltanto perché “di carnevale ogni scherzo vale”.
Con la ricostruzione del presepe, presso cui si fermano in permanenza i biferari, con le bancarelle di doni e giocattoli e di tiro a segno e con la più vasta partecipazione di popolo, Piazza Navona sintetizza il ciclo natalizio in un'intensa e piacevole espressività popolaresca.

Vicino a Milano, si svolge la "Befana sul Lambro - Mito festa nella Natura"; è un evento che si ripete dal 1987 sul ponte di Agliate (frazione di Carate Brianza) nella serata del 5 gennaio, a partire dalle 18:30.

Ogni anno viene scelto un tema diverso, sulla base del quale viene costruita la "teatralizzazione" attraverso grandi strutture mobili, animazioni, musiche, suoni che accompagnano l'attesa dell'arrivo della Befana dentro il fiume.

Adeguandosi ai tempi moderni e consumistici, la Befana sta facendo follie in alcune località della penisola; a Recoaro Terme, per esempio, all'imbrunire della vigilia dell'Epifania si intravvedono le prime luci di una fiaccolata: è la discesa del Befanone...sugli sci, accompagnato da una lunga fila di sciatori e la festa termina la sera in piazza con un gran falò. sul quale si brucia la stria (strega). A Venezia, sul Canal Grande, il giorno dell'Epifania si svolge la burlesca regata delle Befane, dove i rematori, camuffati da Befane usano le scope al posto dei remi...A Rapallo, il Circolo Subacqueo organizza una Befana molto speciale, vestita con gli abiti tradizionali, ma emergente dal mare..., carica di doni e grondante d'acqua e attesa a riva da tanti bambini impazienti.

Come già in precedenza per il capodanno, anche qui il periodo fascista tentò di metterci lo zampino:la distribuzione di regali ai bambini a nome della Befana fu fortemente incoraggiata dal Fascismo, nell'ambito dell'opera di "romanizzazione" della penisola.


Come ultima cosa vorrei citare l'ormai immancabile

3 Quarti d'Ora con La Dea dei volti

a Torino in via Cernaia....In occasione dell'epifania, quest'anno verrà ripresa l'ormai conosciuta iniziativa. Quindi siete tutti invitati il 6 gennaio davanti all'ex gelateria Copa Rica!

L'Epifania: Tradizione rurale italiana


La festa dell'epifania (cioè della befana, ovvero della "donna più anziana"), deriva da un antico rito pagano in cui la donna più anziana della famiglia o dell'intera comunità, la sera del 5 gennaio doveva preparare la cena, perché era la più vicina ai defunti, numi protettori della casa che avrebbero portato doni. La "befana" era dunque un punto di raccordo tra i vivi e i morti. In questa occasione i giovani fidanzati si dovevano donare reciprocamente delle castagne, come simbolo di fertilità femminile e di virilità maschile, e già nell'antichità esisteva l'usanza del rito delle "pasquelle", poi cristianizzato attraverso l'immagine dei Re Magi che portano i doni a Gesù: si trattava dell'usanza per cui i bambini suonavano e cantavano strofe augurali alle porte delle case, per ricevere in cambio dei dolci o altri cibi. Si vede dunque l'analogia con il rito moderno della "calza" della befana che porta doni ai bambini, in forma di dolciumi. La quantità di cibi che venivano consumati e donati durante tutto il periodo che va da Natale fino a Carnevale, era nell'antichità dovuto al fatto che, col sopraggiungere dell'inverno durante il quale i contadini dovevano restare in casa in attesa di poter tornare al lavoro nei campi in primavera, e con la necessità dunque di continuare ad alimentarsi in assenza di cibi freschi provenienti dai raccolti e con un fabbisogno moltiplicato dal freddo, si procedeva all'uccisione degli animali da allevamento, in particolare il maiale, che con la sua carne ricca di grassi e di proteine, garantiva una scorta di energie per il periodo invernale. Il maiale non a caso costituisce la base lipidica e proteica dei cibi tipicamente natalizi, che sono tutti eredità della tradizione contadina (zampone, cotechino, cappello del prete, torlellini, ecc). Il maiale era un animale talmente importante per la sussitenza di tutta la comuntià che si celebrava anche una festa a lui dedicata, denominata le "nozze del porco", festeggiata nel giorno del 17 gennaio, in occasione della festa di S.Antonio Abate (infatti raffigurato nell'iconografia sacra insime ad un maiale); festa che consisteva in una uccisione collettiva di alcuni maiali allevati dall'intera comunità e poi suddivisi tra tutti. Il motivo dell'allevamento collettivo (cioè condiviso tra varie famiglie) non era solo per garantire a tutte le famiglie di avere una forma di sussustenza alimentare, ma soprattutto per suddividere il senso di colpa per l'uccisione di un animale che i popoli antichi consideravano al pari degli attuali animali domestici.

L'epifania: la figura della Befana


Viene viene la Befana,
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca la circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.

Giovanni Pascoli


Secondo il racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia.Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci.Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.
Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.


LE ORIGINI DEL PERSONAGGIO

Personaggio mitico, questa creatura ha origini molto antiche. Ad esempio, in Grecia, era la dea Hera a percorrere il cielo portando doni e abbondanza durante dodici notti solstiziali. Hera, legata a Diana, patrona della stregoneria, era la dea notturna per eccellenza, che soprintendeva al noto “Corteo di Diana”, in cui le donne compivano i loro sortilegi.
Donne che, dopo l’avvento del Cristianesimo, vennero considerate pagane, malvagie e dissolute. Questa decadenza spiega anche, con tutta probabilità, l’aspetto attuale delle Befane: donne brutte e sdentate, dai capelli arruffati e coperte di miseri stracci, proprio come le streghe che ben conosciamo.

In contesto agricolo, l'aspetto da vecchia sarebbe da mettere in relazione con l'anno trascorso, ormai pronto per essere bruciato per "rinascere" come anno nuovo. In molti paesi europei infatti esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all'inizio dell'anno (vedi ad esempio la Giubiana e il Panevin o Pignarûl, Casera, Seima o Brusa la vecia).

Ma ritorniamo alla figura di Diana e delle streghe che volavano sui campi in groppa alla scopa.
All'inizio Diana e queste figure femminili non avevano nulla di maligno, ma la Chiesa cristiana le condannò in quanto pagane e per rendere più credibile e più temuta questa condanna le dichiarò figlie di Satana! Diana, da buona dea della fecondità diventa così una divinità infernale, che con le sue cavalcate notturne alla testa delle anime di molte donne stimola la fantasia superstiziosa dei popoli contadini. Di qui nascono i racconti di vere e proprie streghe, dei loro voli e convegni a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. Nasce anche da qui la tradizione diffusa in tutta Europa che il tempo tra Natale ed Epifania sia da ritenersi propizio alle streghe. E così presso i tedeschi del nord Diana diventa Frau Holle mentre nella Germania del sud, diventa Frau Berchta. Entrambe queste "Signore" portano in sé il bene e il male: sono gentili, benevole, sono le dee della vegetazione e della fertilità, le protettrici delle filatrici, ma nello stesso tempo si dimostrano cattive e spietate contro chi fa del male o è prepotente e violento. Si spostano volando o su una scopa o su un carro, seguite dalle "signore della notte", le maghe e le streghe e le anime dei non battezzati.
Strenia, Diana, Holle, Berchta,... da tutto questo complesso stregonesco, ecco che finalmente prende il volo sulla sua scopa una strega di buon cuore: la Befana. Valicate le Alpi, la Diana-Berchta presso gli italiani muta il suo nome e diventa la benefica Vecchia del 6 gennaio, la Befana, rappresentata come una strega a cavallo della scopa, che, volando nella dodicesima notte, lascia ai bambini dolci o carbone. Nella Befana si fondono tutti gli elementi della vecchia tradizione: la generosità della dea Strenia e lo spirito delle feste dell'antica Roma; i concetti di fertilità e fecondità della mite Diana; il truce aspetto esteriore avuto in eredità da certe streghe da tregenda; una punta di crudeltà ereditata da Frau Berchta. Ancora oggi un po' ovunque per l'Italia il 6 gennaio si accendono i falò, e, come una vera strega, anche la Befana viene qualche volta bruciata...
In molte regioni italiane per l'Epifania si preparano torte a base di miele, proprio come facevano gli antichi Romani con la loro focaccia votiva dedicata a Giano nei primi giorni dell'anno.
Come Frau Holle e Frau Berchta, la Befana è spesso raffigurata con la rocca in mano e come loro protegge e aiuta le filatrici.
Nella Befana rivivono, quindi, simbolicamente culti pagani, antiche consuetudini, tradizioni magiche precristiane.

Dove e quando nasce la Befana "moderna"? Il "fenomeno Befana" è diffuso un po' dovunque in Italia e non è possibile stabilire con precisione dove sia nato di preciso, né quale città o regione abbia dato i natali alla Befana; certo è che nei secoli che vanno dal XIII al XVI la Befana non è ancora una persona, è solamente una festa, una delle feste più importanti e gioiose dell'anno: canti, suoni, balli, fuochi artificiali, cortei, giostre, una baldoria che coinvolge tutte le classi sociali.Vi partecipano nobili e plebei, uomini e donne, che, tra le varie cose, celebrano in questo giorno anche il genere umano o meglio l'uomo, il primo uomo, che secondo la tradizione biblica era stato creato nel sesto giorno, data che coincideva e ricorreva con il sesto giorno del nuovo anno.
Nel tardo '500 si comincia a parlare di Befane, come figure femminili che vanno in giro di notte a far paura ai bambini, ma sono sempre più di una. Alla fine del '600 ne restano ancora due, una buona e una cattiva, la stessa Accademia della Crusca ne fa menzione (1688). È curioso come questo dualismo resti ancor oggi radicato nell'idea che la Befana porta regali ai bambini buoni, ma cenere e carbone a quelli cattivi.

La Befana, tradizione tipicamente italiana, non ancora soppiantata dalla figura "straniera" di Babbo Natale, rappresentava anche l'occasione per integrare il magro bilancio familiare di molti che, indossati i panni della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio, passavano di casa in casa ricevendo doni, perlopiù in natura, in cambio di un augurio e di un sorriso.

Purtroppo oggigiorno la Befana non è più valorizzata come un tempo...Come è la situazione Befana al giorno d'oggi?
Dopo i grandi splendori dei secoli passati, la Befana subisce un declino sempre più evidente a partire dal '900, dovuto in parte al "progresso", alla trasformazione della società da agricola in industriale, all'arrivo di Babbo Natale dall'America... Un rilancio lo si trova negli anni Venti, grazie a Benito Mussolini, che vede in questa festa un fenomeno folcloristico tipicamente italiano, da contrappore a tutti gli altri miti natalizi provenienti dall'Inghilterra e dall'America. Si parla di "Befana fascista", ma non è più la Vecchia, che ben conosciamo, è piuttosto un'istituzione, un'opera di assistenza sociale rivolta alla "giovinezza italiana". Con la fine del fascismo, senza più protezione di duci, regine e principesse, la Befana cade in un nuovo oblio. Nel 1977, in un clima di austerità, e nel tentativo di limitare i cosiddetti "ponti festivi", il governo Andreotti emanerà una legge che elimina l'Epifania dal calendario civile e religioso. Ci vorranno ben 9 anni di protesta, di dibattiti, di discussioni, per far ritornare la Vecchia a nuova gloria: con decreto del dicembre 1985 il Consiglio dei Ministri reintroduce la festa dell'Epifania e la Befana può così ritornare a volare trionfante sulla sua scopa nei cieli d'Italia!

L'epifania: Origini


Come per altre feste, anche per l'epifania non posso certo lasciarvi soli!! In 4 post riassumo tutto ciò che ho potutto trovare sulle origini della festa, sulla figura della befana e sulle tradizioni del nostro bel paese... Perchè forse non tutti lo sanno, ma l'epifania è una delle feste più pagane che ci sia! (be', la rima non era voluta, ma è venuta...... :) )
Partiamo allora dalle origini.

Il termine epifania deriva dal greco , epifaneia, che significa manifestazione (della divinità). Nella liturgia cristiana passò a significare "la manifestazione di Gesù agli uomini come Messia", e secondo un'antica tradizione Gesù apparve agli uomini come Figlio di Dio nel medesimo giorno (6 gennaio) ma a distanza di anni, con tre episodi miracolosi: con la stella che guidò i Re Magi, con il battesimo nel Giordano e con la trasformazione dell'acqua in vino nel giorno delle nozze di Cana. Originariamente la Chiesa celebrava questi tre miracoli nel giorno dell'Epifania, ma con l'andar del tempo la festa dell'Epifania finì col ricordare solo la venuta e l'adorazione dei Re Magi, proprio come si ritrova nella traduzione letterale olandese.

Che il battesimo di Gesù coincida con la sua nascita come divinità era un idea piuttosto diffusa in Oriente come ci riporta Epifanio

« [...] Quando tutto il popolo si fu battezzato, venne anche Gesù e fu battezzato da Giovanni. E allorché uscì dall'acqua, si aprirono i cieli ed egli vide lo Spirito Santo in forma di colomba che discendeva e penetrava in lui. E dai cieli venne una voce che disse: Tu sei il mio figlio diretto: in te mi sono compiaciuto. E poi ancora: Io oggi ti ho generato. E in quel momento una gran luce illuminò tutto il luogo. Vedendolo Giovanni gli disse: Tu chi sei? E di nuovo una luce dal cielo a lui: Questo è il mio figlio diletto in cui mi sono compiaciuto. Allora Giovanni gettandosi ai suoi piedi disse: Ti prego Signore, battezzami tu! Ma egli vi si oppose, dicendo: Lascia, perché così conviene si adempiscano le cose »


Ma parliamo del passato, di prima del cristianesimo.

Già gli antichi Romani celebravano l'inizio d'anno con feste in onore al dio Giano (e di qui il nome Januarius al primo mese dell'anno) e alla dea Strenia (e di qui la parola strenna come sinonimo di regalo). Queste feste erano chiamate le Sigillaria; ci si scambiavano auguri e doni in forma di statuette d'argilla, o di bronzo e perfino d'oro e d'argento. Queste statuette erano dette "sigilla", dal latino "sigillum", diminutivo di "signum", statua. Le Sigillaria erano attese soprattutto dai bambini che ricevevano in dono i loro sigilla (di solito di pasta dolce) in forma di bamboline e animaletti.

Dalla Romanità passiamo al Medioevo, periodo ricco di racconti demoniaci e di magie. Proprio in questa epoca medioevale si dà molta importanza al periodo compreso tra il Natale e il 6 gennaio, un periodo di dodici notti dove la notte dell'Epifania è anche chiamata la "Dodicesima notte".In quei 12 giorni, cruciali per i contadini che avevano appena seminato, si riunivano le speranze di un buon raccolto per l’anno appena iniziato; Madre Natura li aveva nutriti e sostentati con i frutti del suo grembo per tutto l’anno precedente ed ora,come impone la ruota dell'anno e della vita stessa, era destinata a morire per poi rinascere giovane e bella,pronta a sacrificarsi per far rinascere un nuovo periodo di prosperità.: proprio come la Luna che nasce, diventa piena, muore diventando nera e poi risorge. Secondo le credenze e le leggende, in quelle dodici notti Diana (altri invece credevano una divinità misteriosa chiamata Satia (dal latino satiaetas, sazietà) o Abundia (da abundantia)) con un gruppo più o meno numeroso di donne volava sopra i campi appena seminati,per rendere appunto fertili le campagne.

Prima di morire però, portava ultimi doni agli uomini compiendo veri prodigi, volando in cielo rendendo fecondi i campi, salubri le acque, fertili gli esseri viventi.

giovedì 3 gennaio 2008

Dodekameron natalizio


Le 12 notti che separano il giorno di Natale dalla festa dell'Epifania, nell'antichità (ben prima dell'avvento del cristianesimo) erano denominate "dodekameron natalizio", cioè 12 giorni che andrebbero aggiunti all'anno lunare (354 giorni) per metterlo in pari con l'anno solare: non appartenendo né a un anno né all'altro, veniva quindi considerato un periodo fuori dall'ordine naturale delle cose, un "tempo fuori dal tempo".
Dalla notte di Natale al Capodanno all'Epifania era un'unica Grande Festa che celebrava la rinascita del sole nel momento in cui i giorni smettono di accorciarsi e ricominciano ad allungarsi. Era un periodo di rinnovamento e, in quanto tale, di passaggio: non appartenendo né all'anno che finiva né a quello che iniziava, era un tempo magico, privo di barriere: cadevano anche le barriere fra mondo naturale e mondo soprannaturale, perciò i morti potevano tornare e far sentire la loro presenza.
Con ritorno dei morti non si intende solo delle forze del male, ma al contrario dei defunti di famiglia, che potevano tornare a far visita (gradita) ai parenti. In questo periodo dunque, come pure all'inizio di novembre in cui ricorre la festa dei defunti(Samhain :) ), aveva luogo una specie di dialogo rituale con i defunti, che nella tradizione contadina erano considerati un'emanazione dei semi piantati nei campi coltivati, tanto da pregarli come numi tutelari delle coltivazioni stesse. D'altronde l'analogia si spiega da sè, sia i semi che i defunti erano affidati alla nuda terra affinchè ne potesse nascere una vita nuova.

Data la natura magica di questi giorni,occorreva quindi mettere in atto riti difensivi (per impedire ai malintenzionati di fare del male) e propiziatori (per ottenere benevolenza e protezione).
Ma, affinché i morti possano passare da una dimensione all'altra, è necessario, oltre a un tempo propizio, anche un luogo aperto al passaggio. Nella casa contadina questo luogo è il focolare che, con tutti i suoi elementi (fuoco, catena, "aròla", alari, cappa) è il cuore del microcosmo domestico e mette in comunicazione, in particolare attraverso la sua cappa nera, l'interno della casa col cielo e con la dimensione soprannaturale.
"Il camino -scrive Eraldo Baldini- è una soglia (…) accessibile agli Antenati famigliari, specie nei periodi di tempo 'fuori dal tempo': da questo ingresso magico i morti di casa entrano nella loro vecchia dimora terrena e ci si preoccupa di farla trovare in ordine, accogliente, predisposta al loro arrivo (…)Ma fra tutti i rituali di accoglienza degli Antenati al loro ritorno nel periodo solstiziale il più diffuso e quello più carico di implicazioni è rappresentato dal ceppo natalizio"(il ceppo di Yule di cui parlavo in un altro post). Esso in origine doveva bruciare nel focolare per tutti i dodici giorni e le dodici notti della Grande Festa: era un aiuto simbolico offerto al sole che stava rinvigorendo la sua forza, oppure rappresentava la distruzione col fuoco di tutti i mali dell'anno trascorso in un rito di purificazione per l'inizio del nuovo anno, oppure doveva, col suo calore e la sua luce, accogliere gli antenati che in quel periodo tornavano alle loro case.
In ogni caso la fiamma, le braci e i resti del ceppo natalizio erano ritenuti ricchi di potenza fecondatrice e fertilizzatrice, perché il fuoco del ceppo era vivificante e purificatore.In certe zone il vecchio di casa spruzzava d'olio le braci ardenti e le faville che ne uscivano rappresentavano l'abbondanza di vitelli (altrove di uva, frumento, ecc.) che il nuovo anno avrebbe portato; altrove la cenere del ceppo natalizio veniva posta sui ripiani dove si allevavano i bachi da seta per propiziarne la crescita, oppure sparsa sui tetti delle case e sui campi per preservarli da fulmini e temporali, oppure ancora veniva impiegata nei parti delle bestie per facilitare l'espulsione della placenta.

mercoledì 2 gennaio 2008

Il codice del guerriero e del poeta

Iniziamo il nuovo anno con un grandissimo

AUGURI!!!!!

Che il nuovo anno vi porti gioia e serenità.

Come primo post per questo lungo anno vorrei riportare le "regole" del codice del guerriero e del poeta, che si trova su un vecchio numero di Celtica, una bella rivista che ovviamente come tale non stampano più... Ed è un vero peccato! Forse se più gente seguisse tali regole o simili il mondo sarebbe migliore....


IL CODICE DEL GUERRIERO E DEL POETA

"Finché una mente ricorda e un cuore batte per esso, come può un sogno morire?"
0 - Pratica la virtù, evita la malvagità.
1 - Quando il mentire è facile, rifuggi la menzogna.
2 - Quando il fuggire è facile, rifuggi la fuga.
3 - Che la tua mente e il tuo cuore siano più affilati della tua spada.
4 - Per quanto tu sia grande, ricorda che sei un essere umano, quindi soggetto al fallimento.
5 - Sii forte soprattutto quando non hai più alcuna forza.
6 - Sii umile con chi ti è superiore, fiero con chi ti è pari e giusto con chi ti è inferiore.
7 - Ricorda che la determinazione è il fiore dello spirito.
8 - Che la felicità non ti turbi più della tristezza.
9 - Se perdi la speranza, non hai più onore;
se perdi l' onore, non hai più speranza.

Awen Oran Mòr