venerdì 4 gennaio 2008

L'epifania: la figura della Befana


Viene viene la Befana,
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca la circonda
neve, gelo e tramontana.
Viene viene la Befana.

Giovanni Pascoli


Secondo il racconto popolare, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia.Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci.Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.
Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.


LE ORIGINI DEL PERSONAGGIO

Personaggio mitico, questa creatura ha origini molto antiche. Ad esempio, in Grecia, era la dea Hera a percorrere il cielo portando doni e abbondanza durante dodici notti solstiziali. Hera, legata a Diana, patrona della stregoneria, era la dea notturna per eccellenza, che soprintendeva al noto “Corteo di Diana”, in cui le donne compivano i loro sortilegi.
Donne che, dopo l’avvento del Cristianesimo, vennero considerate pagane, malvagie e dissolute. Questa decadenza spiega anche, con tutta probabilità, l’aspetto attuale delle Befane: donne brutte e sdentate, dai capelli arruffati e coperte di miseri stracci, proprio come le streghe che ben conosciamo.

In contesto agricolo, l'aspetto da vecchia sarebbe da mettere in relazione con l'anno trascorso, ormai pronto per essere bruciato per "rinascere" come anno nuovo. In molti paesi europei infatti esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all'inizio dell'anno (vedi ad esempio la Giubiana e il Panevin o Pignarûl, Casera, Seima o Brusa la vecia).

Ma ritorniamo alla figura di Diana e delle streghe che volavano sui campi in groppa alla scopa.
All'inizio Diana e queste figure femminili non avevano nulla di maligno, ma la Chiesa cristiana le condannò in quanto pagane e per rendere più credibile e più temuta questa condanna le dichiarò figlie di Satana! Diana, da buona dea della fecondità diventa così una divinità infernale, che con le sue cavalcate notturne alla testa delle anime di molte donne stimola la fantasia superstiziosa dei popoli contadini. Di qui nascono i racconti di vere e proprie streghe, dei loro voli e convegni a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno. Nasce anche da qui la tradizione diffusa in tutta Europa che il tempo tra Natale ed Epifania sia da ritenersi propizio alle streghe. E così presso i tedeschi del nord Diana diventa Frau Holle mentre nella Germania del sud, diventa Frau Berchta. Entrambe queste "Signore" portano in sé il bene e il male: sono gentili, benevole, sono le dee della vegetazione e della fertilità, le protettrici delle filatrici, ma nello stesso tempo si dimostrano cattive e spietate contro chi fa del male o è prepotente e violento. Si spostano volando o su una scopa o su un carro, seguite dalle "signore della notte", le maghe e le streghe e le anime dei non battezzati.
Strenia, Diana, Holle, Berchta,... da tutto questo complesso stregonesco, ecco che finalmente prende il volo sulla sua scopa una strega di buon cuore: la Befana. Valicate le Alpi, la Diana-Berchta presso gli italiani muta il suo nome e diventa la benefica Vecchia del 6 gennaio, la Befana, rappresentata come una strega a cavallo della scopa, che, volando nella dodicesima notte, lascia ai bambini dolci o carbone. Nella Befana si fondono tutti gli elementi della vecchia tradizione: la generosità della dea Strenia e lo spirito delle feste dell'antica Roma; i concetti di fertilità e fecondità della mite Diana; il truce aspetto esteriore avuto in eredità da certe streghe da tregenda; una punta di crudeltà ereditata da Frau Berchta. Ancora oggi un po' ovunque per l'Italia il 6 gennaio si accendono i falò, e, come una vera strega, anche la Befana viene qualche volta bruciata...
In molte regioni italiane per l'Epifania si preparano torte a base di miele, proprio come facevano gli antichi Romani con la loro focaccia votiva dedicata a Giano nei primi giorni dell'anno.
Come Frau Holle e Frau Berchta, la Befana è spesso raffigurata con la rocca in mano e come loro protegge e aiuta le filatrici.
Nella Befana rivivono, quindi, simbolicamente culti pagani, antiche consuetudini, tradizioni magiche precristiane.

Dove e quando nasce la Befana "moderna"? Il "fenomeno Befana" è diffuso un po' dovunque in Italia e non è possibile stabilire con precisione dove sia nato di preciso, né quale città o regione abbia dato i natali alla Befana; certo è che nei secoli che vanno dal XIII al XVI la Befana non è ancora una persona, è solamente una festa, una delle feste più importanti e gioiose dell'anno: canti, suoni, balli, fuochi artificiali, cortei, giostre, una baldoria che coinvolge tutte le classi sociali.Vi partecipano nobili e plebei, uomini e donne, che, tra le varie cose, celebrano in questo giorno anche il genere umano o meglio l'uomo, il primo uomo, che secondo la tradizione biblica era stato creato nel sesto giorno, data che coincideva e ricorreva con il sesto giorno del nuovo anno.
Nel tardo '500 si comincia a parlare di Befane, come figure femminili che vanno in giro di notte a far paura ai bambini, ma sono sempre più di una. Alla fine del '600 ne restano ancora due, una buona e una cattiva, la stessa Accademia della Crusca ne fa menzione (1688). È curioso come questo dualismo resti ancor oggi radicato nell'idea che la Befana porta regali ai bambini buoni, ma cenere e carbone a quelli cattivi.

La Befana, tradizione tipicamente italiana, non ancora soppiantata dalla figura "straniera" di Babbo Natale, rappresentava anche l'occasione per integrare il magro bilancio familiare di molti che, indossati i panni della Vecchia, quella notte tra il 5 il 6 gennaio, passavano di casa in casa ricevendo doni, perlopiù in natura, in cambio di un augurio e di un sorriso.

Purtroppo oggigiorno la Befana non è più valorizzata come un tempo...Come è la situazione Befana al giorno d'oggi?
Dopo i grandi splendori dei secoli passati, la Befana subisce un declino sempre più evidente a partire dal '900, dovuto in parte al "progresso", alla trasformazione della società da agricola in industriale, all'arrivo di Babbo Natale dall'America... Un rilancio lo si trova negli anni Venti, grazie a Benito Mussolini, che vede in questa festa un fenomeno folcloristico tipicamente italiano, da contrappore a tutti gli altri miti natalizi provenienti dall'Inghilterra e dall'America. Si parla di "Befana fascista", ma non è più la Vecchia, che ben conosciamo, è piuttosto un'istituzione, un'opera di assistenza sociale rivolta alla "giovinezza italiana". Con la fine del fascismo, senza più protezione di duci, regine e principesse, la Befana cade in un nuovo oblio. Nel 1977, in un clima di austerità, e nel tentativo di limitare i cosiddetti "ponti festivi", il governo Andreotti emanerà una legge che elimina l'Epifania dal calendario civile e religioso. Ci vorranno ben 9 anni di protesta, di dibattiti, di discussioni, per far ritornare la Vecchia a nuova gloria: con decreto del dicembre 1985 il Consiglio dei Ministri reintroduce la festa dell'Epifania e la Befana può così ritornare a volare trionfante sulla sua scopa nei cieli d'Italia!

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