sabato 16 febbraio 2008

Il Cervo bianco: Leggende


Varie sono le leggende sul cervo bianco, noto come figura molto importante in tutta europa sin da epoche remote.
Cercherò di condensare varie storie su questa straordinaria creatura, in particolare due, una del ciclo arturiano e una dell'est europeo, ma se qualcuno di voi ne sapesse di più (e sarà facile visto che a parte questo non so nulla dell'argomento!) prego, fatevi sotto!



"The Wedding of Sir Gawain and Dame Ragnell", risalente al periodo che va dal XIV al XV secolo d.C.


Sulle pagine di questo antico testo leggiamo che Artù, durante una battuta di caccia, si imbatte in un favoloso cervo bianco, che nelle leggende celtiche è spesso preludio di fantastiche avventure nell’Altromondo.
Affascinato dalla sua bellezza, egli lo insegue a lungo e quando finalmente riesce a raggiungerlo, lo uccide.
In quell’istante, però, un cavaliere dalla sfarzosa armatura gli appare dinnanzi e, rivolgendosi a lui in maniera aggressiva, lo rimprovera aspramente per aver concesso a Gawain alcune terre che invece erano di sua proprietà. Il misterioso uomo, che dice di chiamarsi Gromer Somer Jour, minaccia di morte il Re per questo oltraggio, ma poco prima di mozzargli la testa decide di offrirgli la possibilità di riscattarsi.

Se infatti Artù, trascorso un anno esatto, si presenterà nello stesso luogo dell’incontro con la risposta ad una misteriosa domanda postagli dal suo avversario, potrà avere salva la vita.
La domanda del cavaliere è “Qual è la cosa che la Donna desidera di più?”

Il Re accetta il compromesso e, terminata la caccia, torna al suo castello. Nonostante cerchi di non far trapelare i suoi pensieri, Gawain si accorge della sua preoccupazione e gli chiede quale mai possa esserne il motivo.
Artù risponde raccontandogli la sua avventura nella foresta e il timore di non riuscire a trovare la vera soluzione all’enigma, così il nipote decide di aiutarlo.
Insieme partono all’alba, prendendo direzioni diverse per porre la domanda a più donne possibili. Queste, però, rispondono dicendo che desiderano abiti lussuosi, un uomo valoroso che le sposi, oppure denaro e piccole soddisfazioni materiali; tutte cose che non convincono i due cavalieri.

Intanto l’anno trascorre velocemente e il Re, seppur abbia riempito due grossi libri con le risposte di tutte donne del regno, non ne ha ancora trovata una che sia veramente soddisfacente.
Sulla via che conduce al luogo dell’incontro, in cui Gromer Somer Jour lo attende, egli incontra una Dama che cavalca un mulo, con un liuto appeso in spalla.

La donna, di nome Ragnell, è davvero terrificante, indescrivibilmente brutta, con la faccia tutta rossa, i denti gialli e storti, le guance enormi, gli occhi simili a quelli di un gufo e il corpo completamente deformato.
Ella dichiara che nessuna delle risposte che egli porta con sé è quella giusta, perché l’unica che conosce quella esatta è lei. Tuttavia gliela comunicherà volentieri, a patto che egli le prometta di recarla in moglie al suo caro Gawain, in cambio del qual gesto potrà avere salva la vita.
Indeciso sul da farsi, data la tremenda bruttezza della Dama, Artù torna di corsa al castello per confidare a Gawain l’accaduto.

Il giovane e splendido combattente accetta senza esitazione di sposare Ragnell, nonostante il suo lubrico aspetto; così il Re, ripresa la strada per il bosco, raggiunge la Dama per riferirle la decisione e ricevere la risposta.
Ragnell, allora, gli rivela che la cosa che la Donna desidera di più è la Sovranità. Il riconoscimento completo della sua sacra ed innata Libertà.

Recatosi da Gromer Somer Jour, Artù risponde alla sua domanda, così l’uomo lo risparmia.

Di ritorno al castello vengono subito messi in atto i preparativi per le nozze, che la Sposa desidera ricchi di cerimonie e festeggiamenti, perché tutti possano conoscere e vedere con i propri occhi qual è stata la scelta di Gawain.
Dopo il matrimonio i due sposi si ritirano nelle loro stanze e Ragnell chiede gentilmente a Gawain di darle un bacio.
Il giovane non esita un momento e, anzi, dice alla sua sposa che non farà solo questo, ma adempierà pienamente al suo dovere di marito, giacendo amorevolmente con lei. Ma non appena pronuncia queste parole, voltandosi verso la Donna, scopre che al posto della tremenda Dama Ripugnante vi è la fanciulla più bella mai vista sulla Terra.

Sorridendo al cavaliere, Ragnell gli svela di essere stata vittima di un incantesimo, una maledizione terribile che si sarebbe spezzata soltanto quando un uomo fosse riuscito a guardare oltre la sua bruttezza e l’avrebbe sposata.
L’incantesimo però non è ancora del tutto spezzato e la fanciulla dice che solo per una metà del giorno potrà essere così bella, mentre per l’altra metà tornerà ad essere la Dama Ripugnante.
Spetta a Gawain decidere se la vorrà bella di notte, tra le morbide coperte, oppure di giorno, di fronte a tutta la corte; ma il cavaliere, dopo averci riflettuto, lascia a lei la libertà di scelta, l’unica che può scegliere per se stessa.

A tali parole la splendida Dama esulta raggiante, poiché questa era la risposta che come d’incanto avrebbe rotto definitivamente il maleficio.
Riacquistata la sua sacra Libertà, Ragnell potrà rimanere sempre bella, come ella stessa desidera. E la sua Sovranità investirà dolcemente Gawain fino alla fine dei suoi giorni.


Leggenda dell'est europeo


Facevano parte di una tribù avventurosa proveniente dal Turkestan tre condottieri, tre fratelli, particolarmente interessati all'Ovest che, secondo una leggenda, si muovevano sulla scia di un mitico cervo bianco che volevano catturare per il loro desco. Senonché il cervo non si lasciò mai né prendere né uccidere, guidando questo piccolo popolo dalla mattina alla sera, finché scomparve definitivamente quando la tribù ebbe raggiunto una vallata ubertosa,particolarmente attraente per bestiame ed esseri umani, situata tra due fiumi: Danubio e Tisza. Il possesso di questo territorio, geograficamente nel centro dell'Europa, non fu facile, ci vollero astuzia e arti belliche. Due dei tre fratelli che si chiamavano, sempre secondo la leggenda, Hunor e Magyar, si
sarebbero accontentati di questa buona sistemazione, ma il terzo fratello non si ritenne soddisfatto della nuova ricchezza acquisita e preferì spingere sé e la sua famiglia sempre più verso nord, sempre seguendo il cervo bianco nuovamente apparso. Arrivati a un punto dove furono sopraffatti dalla fame, dalla stanchezza, dal gelo, dalla neve si accasciarono disperati e pensarono che sarebbero morti, ma riuscirono a sopravvivere e, sempre secondo la leggenda, furono i pionieri dell'attuale Lapponia. Si dice che da allora, in memoria di quella vicenda, il cervo bianco riappaia in quei luoghi due volte ogni anno, trainando una carrozza scintillante nella quale siede una donna stupenda coperta di pietre preziose e circondata da un alone con i colori dell'arcobaleno; nacque così l'immagine poetica dell'Aurora Boreale.


Altre piccole notizie

Considerato ermafrodita, per i cristiani simboleggia il Cristo, la leggenda di Sant’Eustachio racconta che questi, un tempo pagano, fu convertito da un'apparizione miracolosa del Cristo in
forma di cervo durante una battuta di caccia.

Il Cervo bianco è una delle raffigurazioni di Merlino il Druido.

E' una creatura ‘mistica’ considerata dagli antichi celti messaggero dell’aldila’. Il cervo di pelle chiara è simbolo di purezza al pari dell’unicorno.

Secondo la leggenda di Artù, poi, è una creatura impossibile da catturare. La ricerca dell'animale da parte di Re Artù rappresenta infatti la ricerca di spitualità dell'Uomo.

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