mercoledì 13 febbraio 2008

San Valentino: Leggende


Su San Valentino altre ciò che ho già detto vi sono altre leggende.... Le inserisco per definire meglio la festa di domani.

La rosa della riconciliazione

Un giorno, due giovani fidanzati che stavano discutendo, furono uditi da San Valentino. Egli subito uscì, andò loro incontro con il volto sereno e sorridente, tenendo in mano per loro una rosa, che ebbe il magico potere di calmare i due innamorati in lite.
I due tornarono da lui per ricevere la benedizione per il loro matrimonio, come aveva desiderato proprio il Santo Vescovo. Molti vennero a conoscenza dell’accaduto e invocarono la sua benedizione sulle famiglie appena nate. A causa degli impegni pastorali del Vescovo, le benedizioni furono stabilite per il quattordici di ogni mese, ed il quattordici del mese è rimasto, ma ristretto a quello di febbraio, giorno in cui egli cadde martire.

L’amore sublime

Un giovane centurione romano, Sabino, si era follemente innamorato di una bella ragazza, Serapia, e la chiese in sposa. I genitori di lei, però, non erano favorevoli al loro matrimonio, perché Sabino era pagano, mentre tutti loro in famiglia erano cristiani. Serapia suggerì al suo innamorato di andare dal loro Vescovo per ricevere il battesimo, cosa che egli, per amore, decise di fare. Presto, però, si scoprì che Serapia era affetta da una forma molto grave di tisi.
All’arrivo del Vescovo presso il letto della moribonda, Sabino supplicò il Santo di non essere separato dalla sua amata. Valentino alzò le mani verso di loro e quei due cuori furono uniti per sempre da un dolce sonno.

I colombini

Valentino possedeva un grande giardino che nelle ore libere dall’apostolato coltivava con le proprie mani. Egli era veramente buono e permetteva ai bambini di andare a giocare nel suo giardino, raccomandandoli di non fare danni, perché poi la sera avrebbe regalato a ciascuno un fiore da portare a casa.
Valentino fu condannato dal re al carcere a vita. I bambini sentivano tanto la sua mancanza e Valentino, stando in carcere pensava ai bambini che ora non avrebbero più avuto un luogo sicuro dove giocare. Il Signore fece fuggire dalla gabbia del custode due dei piccioni viaggiatori, i quali, guidati da un misterioso istinto, ritrovarono il carcere dove stava chiuso il loro santo padrone. Valentino li riconobbe, dietro le sbarre della piccola finestra del carcere, li prese sulle mani, li accarezzò e legò al collo di uno un sacchetto fatto a cuoricino con dentro un biglietto, ed al collo dell’altro una chiavetta.
Al loro ritorno si notò quello che portavano, e si capì subito che la chiavetta era quella del giardino. I bambini e i loro familiari furono pieni di gioia quando lessero il biglietto: “A tutti i bambini che amo… dal vostro Valentino”.
Da qui deriva l'usanza di scrivere bigliettini romantici per i nostri amati....

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