sabato 2 febbraio 2008
Carnevale: Nell'antichità
Il Carnevale rappresenta da sempre una festa del popolo.
È un momento in cui ogni gerarchia decade per lasciare spazio alle maschere, al riso, allo scherzo. Lo stesso mascherarsi rappresenta un modo attraverso il quale uscire dal quotidiano, disfarsi del proprio ruolo sociale, negare sé stessi per divenire altro.
E'una festa le cui origini sono antichissime. Ai nostri giorni è l'allegra festa che si celebra, nella tradizione cattolica, prima dell'inizio della Quaresima.
Ma da dove arriva il perchè di tutto questo?
Etimologicamente la parola carnevale deriva dal latino "carnem levare",cioè "prendere la carne", perchè veniva subito dopo l'uccisione del maiale e degli altri animali, nel periodo dell'anno dedicato alla preparazioni degli insaccati di carne, e quindi nel momento dell'anno in cui la disponibilità di carni fresche era massima(ricordate quando in un postprecedente parlavo di macellazione di maiali da parte della comunità).Questa grande disponibilità di carne faceva tendere a festeggiamenti orgiastici per ringraziare e santificare le divinità pagane che avevano protetto la comunità, che corrispondevano la maggior parte delle volte ai proprio defunti di famiglia.
I riti del martedì e del giovedì "grasso", originano infatti dal fatto che l'antica superstizione imponeva, in quei due giorni, di mangiare 7 volte, per poter poi resistere al digiuno del successivo periodo di quaresima che introduceva alla Pasqua.
E in antichità?
Le prime manifestazioni che ci ricordano il carnevale nel mondo risalgono a 4000 anni fa. Gli Egizi, fin dai tempi delle dinastie faraoniche, furono i primi ad ufficializzare una tradizione carnevalesca, con feste, riti e pubbliche manifestazioni in onore della dea Iside, che presiedeva alla fertilità dei campi e simboleggiava il perpetuo rinnovarsi della vita.
Altri affermano che all'epoca dei faraoni, il popolo, mascherato, intonando inni e lodi, accompagnava una sfilata di buoi che venivano sacrificati in onore del dio Nilo.
Il carnevale greco veniva celebrato, invece, in varie riprese, tra l'inverno e la primavera, con riti e sagre in onore di Dioniso, dio del vino e della vita. Le "Grandi dionisiache" dal tono particolarmente orgiastico, si tenevano tra il 15 marzo ed il 15 aprile, mese di Elafebolione, in Atene, e segnavano il punto culminante del lungo periodo carnevalesco.
Ma è soprattutto nel mondo romano e delle sue feste popolari, che possiamo ritrovare le origini del nostro carnevale.
I Romani,come i Greci, si lasciavano prendere dall’euforia durante i Baccanali: festeggiamenti in onore del dio Bacco che si svolgevano lungo le strade della città e prevedevano l'uso di maschere, tra fiumi di vino e danze.
Famosa era anche la festa di Cerere e Proserpina, che si svolgeva di notte, in cui giovani e vecchi, nobili e plebei si univano nell’entusiasmo dei festeggiamenti.
I "Saturnali" furono, però, la prima espressione del carnevale intesa in maniera più moderna, e gradualmente, perdendo l'iniziale significato rituale, assunsero la chiara impostazione delle feste popolari, i cui relitti sopravvivono nelle tradizioni di varie zone della nostra penisola, soprattutto nell'Italia del Sud e nelle Isole.
Il rito simbolico si svolgeva la mattina del 15 febbraio in una grotta ai piedi del Palatino,
dove la leggenda vuole che la lupa abbia allattato Romolo e Remo, i Luperci,,lupacchiotti.
Sacrifici di capre, risate, lotte, corse e inseguimento: alcuni gesti del rituale,
che si rifà alla leggende tramandate anche da importanti autori come Plutarco e Ovidio.
Durante i festeggiamenti in onore
di Saturno erano necessario darsi alla pazza gioia per favorire un raccolto abbondante
ed un periodo di benessere e felicità.
Le feste in onore di Saturno, dio dell'età dell'oro, iniziavano il 17 dicembre e si prolungavano dapprima per tre giorni e poi per un periodo più che raddoppiato, corrispondendo all'epoca dell'annuale ciclo delle nostre feste natalizie e, per il loro contenuto, al nostro carnevale.
In questi giorni il "Re della Festa", eletto dal popolo, organizzava i giochi nelle piazze, e dove negli spettacoli i gladiatori intrattenevano il pubblico. Il "princeps" era in genere vestito con una buffa maschera e colori sgargianti tra i quali prevaleva il rosso (colore degli dei).Era la personificazione di una divinità inferica, da identificare di volta in volta con Saturno o Plutone, preposta alla custodia delle anime dei defunti, ma anche protettrice delle campagne e dei raccolti. In epoca romana si credeva che tali divinità, uscite dalle profondità del suolo, vagassero in corteo per tutto il periodo invernale, quando ciòè la terra riposava ed era incolta a causa delle condizioni atmosferiche. Dovevano quindi essere placate con l'offerta di doni e di feste in loro onore nonchè indotte a ritornare nell'aldilà, dove avrebbero favorito i raccolti della stagione estiva. Si trattava insomma di una sorta di lunga "sfilata di carnevale" (perchè a tale festa sono riconducibili i saturnalia e tutti i riti agrari successivi). Ma da cosa deriva questa figura? deriva dall'antica figura del re dei Saturnali, che ha continuato a vivere
nella burlesca figura del re del carnevale: inizialmente impersonato da un uomo che
veniva sacrificato per il bene della collettività, poi sostituito con un fantoccio di paglia.
La sera del martedì grasso veniva bruciato come una specie di vittima designata che
morendo purificava la comunità, di modo che si potesse intraprendere
un nuovo anno sotto diversi auspici.
In questo periodo di sette giorni si conducevano
per la città carri festosi tirati da animali bizzarramente bardati ed il popolo si riuniva
in grandi tavolate, cui partecipava persone di diverse condizioni sociali e si abbuffavano
tra lazzi, danze ed oscenità.
Come abbiamo visto l'origine del carnevale è molto più antica, ma questo è spesso ricordato
nella ricostruzione delle origini del carnevale anche per un'evidente analogia
fra il gesto dell'inseguimento delle donne che erano colpite con pelli di animale
e i tipici scherzi carnevaleschi durante i quali i ragazzini brandiscono
bastoni di gomma o di panno
Caratteristica preminente dei "Saturnali" era la sospensione delle leggi e delle norme che regolavano allora i rapporti umani e sociali. Vi era quindi l'erompere della gioia quasi vendicativa della plebe e degli schiavi e la condiscendenza del patriziato, che si concedevano un periodo di frenetiche vacanze di costumi e di lascivia di ogni genere. Erano giorni di esplosione di rabbia e di frenesia incontrollata, di un'esuberanza festaiola che spesso degenerava in atti di intemperanza e di dissolutezza.
Ai Saturnali si unirono le Opalia, in onore della dea Ope moglie di Saturno, e le Sigillaria, in onore di Giano e Strenia.
Con il cristianesimo questi riti persero il carattere magico e rituale e rimasero semplicemente come forme divertimento popolare.
La personificazione del carnevale in un essere umano o in un fantoccio risale, invece, al Medioevo.
Ne furono responsabili i popoli "barbari" del nord, che calando nei paesi mediterranei, determinarono una sovrapposizione, o meglio una simbiosi, di usi e di costumi, assorbiti quindi dalla tradizione locale, che ne ha tramandati alcuni fino ai giorni nostri, mentre altri si sono fatalmente perduti durante l'andare del tempo.
Durante il Tardo Medioevo il travestimento si diffuse nei carnevali delle città. In quelle sedi il mascherarsi permetteva lo scambio di ruoli, il burlarsi di figure gerarchiche, le caricature di vizi o malcostumi con quelle stesse maschere che sono poi diventate simbolo di città e di debolezze umane.
Nel Rinascimento i festeggiamenti in occasione del Carnevale furono introdotti anche nelle corti europee ed assunsero forme più raffinate, legate anche al teatro, alla danza e alla musica
La festa carnevalesca raggiungerà il massimo splendore nel XVI secolo, nelle strade della Firenze di Lorenzo dei Medici. Danze, lunghe sfilate di carri allegorici e costumi sfarzosi segnano una svolta di questa festa, amatissima nella culla rinascimentale.
Ma già fin dal Quattrocento, il Carnevale ha subto una serie di attacchi, sia da parte della Chiesa che di Savonarola, che volevano sopprimere questa festa troppo Pagana.
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2 commenti:
interessantissimo. grazie.
Potresti citare alcune fonti per favore?
interessantissimo. grazie.
Potresti citare alcune fonti per favore?
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